Scritto A Matita

liberamente ispirato alle Notti Bianche di Dostoevskij

sabato 8 febbraio ore 21,00

Foto di Roberto Venegoni
Tecnica Claudio Giudici
Voci di Aram Ghasemy e Gyula Molnár
Costumi di Francesco Zucca
Audio Aldo Anselmino
Supporto grafico e altro Sara Bigotti

 

Autobahn

sabato 1 febbraio ore 21,00

 

Tondelli autore “urticante”, con una vita troppo breve (morì a 36 anni), Tondelli che, nonostante la collocazione dei suoi scritti in un preciso periodo storico (la generazione anti-ideologica degli anni ’80), ancora oggi dice qualcosa che vale la pena ascoltare.
Nell’Italia dei primi anni ’80, il protagonista è un giovane poco più che ventenne che vive una profonda inquietudine esistenziale, data dai limiti geografici e culturali del piccolo paese della provincia emiliana dove abita e si sente prigioniero. Per liberarsene, si mette in viaggio sull’A22, l’autostrada che da Carpi porta fino al Brennero e, potenzialmente, fino al Mare del Nord, con lo stimolo ed il pretesto di inseguire l’odore di quel mare, l’odore di “libertà”. È la storia di un’evasione, o tentata tale. Forse è un viaggio onirico.

La Città del Sole

il crepuscolo della ragione in autodrammaturgia

venerdì 31 gennaio  ore 21,00

con Moreno Agnella e Ruggero Dinoia
regia  Francesco Mazza
musiche originali Eugenio Mazza
scenografia Caterina Belloni
foto di scena Laura Beretta

Connie, una portoricana di New York che vive una vita da emarginata viene etichettata come ” malata di mente” e rinchiusa in manicomio. Connie è però sintonizzata sul futuro; è in grado di comunicare con l’anno 2137 o forse solo di sognarlo, di immaginarlo vividamente come proiezione del presente. Momo e Rojo immersi in uno spazio indefinito e surreale, nel bel mezzo di un trasloco, si pongono domande su Connie e con un indefinito e disperato ottimismo proiettano il loro presente dentro la storia stessa. Dapprima con cautela, poi sempre con più convinzione, incollano frammenti di vissuto, uno sopra l’altro, come manifesti sovrapposti che in una sorta di “Decollage”, ogni volta che se ne strappa un pezzetto si svela ancora un altro frammento, parziale, oscuro, nascosto, che li angoscia o li rende irragionevolmente euforici, mentre li spinge verso una Apocalisse esistenziale, verso la follia utopica che li trascina in un vortice emotivo tra presente e possibilità di futuro, che li fagocita totalmente e li consegna allo sfacelo del dubbio. Pensiamo che forse per conquistarsi il futuro, bisogna prima sognarlo.