Voli Al Femminile

Barbara Lagomarsino Massimo Spinosa Lucio Bardi

giovedì 27 aprile ore 21,00

con brani di Barbara Lagomarsino Donatella Bardi Joni Mitchell

Joni Mitchell è stata la fonte di ispirazione non solo per le cantautrici dagli anni ‘60 in poi, ma anche per i jazzisti, grazie all’influenza che ha avuto su Keith Jarrett.
Musicista, poetessa e pittrice, ha avuto nel corso degli anni una evoluzione che l’ha portata dal folk al jazz passando per il pop e il rock mantenendo sempre la sua identità.

La cantautrice milanese Barbara Lagomarsino, oltre alla presentazione di un suo repertorio originale, si propone, insieme a Spinosa e Bardi, di ripercorrere i suoi momenti musicali più rappresentativi.

Un omaggio anche a Donatella Bardi, nota cantautrice nell’area milanese degli anni ‘70, con un album a suo nome del 1975: “A Puddara è un vulcano”.  Scomparsa prematuramente nel 1999.
https://it.wikipedia.org/wiki/Donatella_Bardi

Il trio è formato da:

Barbara Lagomarsino, voce e chitarra

Un album all’attivo, “Il modo delle mancine”, ha fondato e dirige da più di 20 anni il coro “Blackinwhite”
https://www.barbaralagomarsino.it

Lucio Bardi, chitarra e voce

Ha collaborato con vari artisti fra cui Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori
https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Bardi

Massimo Spinosa, basso

Ha collaborato con vari artisti fra cui Morgan, Rocco Tanica, Fabrizio De André, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori, Mina; https://it.wikipedia.org/wiki/ Massimo_Spinosa.

Durante la serata, un ospite d’eccezione:

Francesco Mazza, voce e chitarra

Io Sono Nijinsky

venerdi 14 aprile ore 21

Uno spettacolo liberamente tratto
dai diari della stella dei Balletti Russi

di e con Daniele Bernardi
a partire dall’opera di Vaslav Nijinsky

scenografia, oggetti di scena
e tessuto sonoro Ledwina Costantini
costumi Luisa Beeli
voce fuori campo Raissa Avilés
disegno luci Fabio Bezze
assistente Elisa Pagliaro

fotografie di scena Alessandro Ligato
ripresa e montaggio video Bianca Luce Koehler
grafica Silvia Genta

con la collaborazione artistica di Opera retablO
la consulenza di Kantoratelier

residenze offerte da Orto degli Ananassi – Teatro della Brigata
Teatro Sociale – Bellinzona
Rassegna HOME – Teatro Foce
Teatro San Materno

con il sostegno di Pro Helvetia
Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos
Comune di Riviera

e con il contributo di Fondazione Ernst Göhner
Fondazione Fidinam
Fondazione Ferdinando e Laura Pica-Alfieri
Ennio Ferrari SA

a Masaki Iwana (1945-2020)
danzatore, cineasta, maestro

Saint-Moritz, inverno del 1918-1919. Da un anno e mezzo trasferitosi in Svizzera in attesa che la guerra finisca, il ballerino Vaslav Nijinsky comincia a dare segni di squilibrio. Anche se non sono chiare le cause del male, più eventi sembrano concorrere al suo manifestarsi e uno sembra assumere un ruolo particolarmente simbolico: la notizia della morte del fratello, malato di nervi fin dall’infanzia. Così, mentre il paesaggio elvetico si imbianca, Nijinsky prende a comportarsi in modo incomprensibile gettando una piccola comunità nel caos. E nel farlo redige febbrilmente un celebre diario, che sarà pubblicato solo in un secondo momento. Proseguendo la sua ricerca nei territori della follia, Daniele Bernardi dedica uno spettacolo alla dolorosa figura del «Dio della danza» proprio attraverso una personale elaborazione di questo scritto.

M’ama o non m’ama

sabato 18 marzo ore 21,30

ideazione e testo di Delia Oddo
con Delia Oddo
regia di Luca Bellé
scene di Giada Fossà
produzione di Chorós teatro

testo finalista a Testiinscena 2022 – Fondazione Claudia Lombardi

Clementina abita da sola nella periferia di una piccola città? E’ storpia da quando aveva 9 anni. Appassionata di piante e fiori vive la sua vita in loro compagnia.
L’unico essere con un volto umano con cui si relazionerà, almeno al principio, è “la madonnina”.
A lei racconterà tutto di quel giorno sempre uguale, che pare ripetersi senza possibilità di cambiamento. Innamorata di un amore impossibile, marchiata da un abuso indicibile, Clementina vive il rincorrersi dei giorni sempre uguali, dannata e donata alla ciclicità di un tempo che non ha il sapore dolce dell’“ancora un volta”, ma il gusto amaro del “per sempre” che blocca ogni via di fuga. La condanna della ripetizione e lo sguardo degli altri la sfiorano senza attraversarla davvero, la guardano, la fissano, ma non sentono il suo disperato grido d’aiuto.