IL CALAPRANZI

The Dumb Waiter
di Harold Pinter
traduzione e cura di Alessandra Serra

sabato 5 novembre ore 21.00 e domenica 6 ore 16.30

con Gianni Lamanna e Francesco Mazza
luci e fonica Mary Eterno
regia Francesco Mazza

E’ una sorta di rinnovato approccio all’assurda claustrofobia,
alla violenza e anche alla solitudine, un dramma che troviamo
fortemente attuale. Per questo abbiamo pensato a un uomo
che potrebbe venire da lontano, costretto da qualcuno a
“lavorare” qui, di notte, senza poter uscire di giorno, un uomo
estremamente duro, forse solo disperato.
Un dramma in continua tensione: tensione per gli attori, tensione per il pubblico.

Ben e Gus sono due sicari prezzolati, appartenenti a una
“organizzazione” tanto potente quanto invisibile.
Nonostanteil mestiere porti i professionisti a sbrigare gli affari sporchi
con indifferente ripetitività, dubbi e incertezze sembrano incrinare
la complicità operativa dei due killer.
Un dramma che fa riflettere e che ci offre la possibilità di riconoscere le molte
ombre latenti che giacciono silenziose in tutti noi e che, quando
meno ce lo aspettiamo, possono materializzarsi cogliendoci di sorpresa.

Detenuti In Una Stanza

dal pensiero filosofico di J.P.Sartre

venerdì 6 maggio e sabato 7 ore 21:00 domenica, domenica 8 ore 16:00

regia di Gianni Lamanna

personaggi e interpreti:

Diavolo:                           Paolo Mastromo
Giuseppe Garcin:            Salvatore Genco
Inés Serrano:              Mariangela Eterno
Estella Rigault:                    Tina Marasco
Diavolessa:                        Marta Barbisan
Diavolessa:                    Isabella Zanarotti

foto e progetto grafico Lorenzo Zuccato

L’enfer sont les Autres.

Con questa amarissima riflessione cala il sipario su
Detenuti in una stanza”, atto unico liberamente tratto da “Huis clos”
di Jean Paul Sartre per la regia di Gianni Lamanna.

Che cosa hanno in comune tre sconosciuti che si trovano, forse non per caso, nella stanza fumante di un hammam? La rivelazione di sé è lenta, dolorosa ma inevitabile, fra il cinismo, la rabbia, il rimpianto; il tempo a disposizione è eterno e le colpe che ci rodono l’anima sono divenute ormai irredimibili.
Un uomo, due donne: tre differenti modi per affrontare le proprie coscienze senza alcuna mediazione sociale. E, soprattutto, per affrontare sconosciuti che pretendono di esistere, di interagire, di trasportare anche nell’al di là i propri vizi, di pretendere attenzione, di prevaricare.
Non possiamo scappare da quello che siamo.
Ce lo ricordano i diavoli che ballano, trionfanti, sui difetti e sui limiti della natura umana.

Occhio Pin

di Gershom Freeman

sabato 9 aprile 0re 21:00 e domenica 10 ore 16:00

Una delle fiabe più conosciute al mondo, sicuramente il burattino più famoso, la trasposizione di un archetipo antichissimo in chiave favolistica non solo, e soprattutto, non per bambini.

Gershom Freeman, autore del testo, rovescia e ironizza già dal titolo la seriosa pedagogica supponenza della fiaba per poi proseguire nella sua leggera e profondissima iconoclastia con tutti i personaggi collodiani.

Una fiaba moderna che ci conduce per mano nel labirinto delle nostre anime e ci fa comprendere che la magia prevaricante e castrante della Fata Turchina, quella che  deturpa il viso e fa crescere il naso ad ogni bugia, è un inganno della coscienza, è paura di vivere.