Arbëreshe quartet @Notte Vulnerabile

Lunedì 8 febbraio alle ore 22:00

Nuove composizioni e canti della tradizione arbëreshe (albanese)
affiancati da alcuni canti della tradizione rom ( in lingua romanì)
e dei profughi greci in Turchia (in lingua grecanico e in greco).

Francesco Mazza voce, chitarre, mandola
Agostino Marino contrabbasso
Peppe Megna batteria
Socrates Verona violino, mandola, bouzouki

Arbreshe Quartet On The Road bn

FIATO ALLE TROMBE dalle 22:00
Spazio Ligera
ON AIR su Radio Popolare dalle h 1:15

Spazio Ligera
via Padova, 133, 20127 Milano

AFRICANA SUITE

giovedi 21 gennaio ore 21.30
Ferdinando Faraò, batteria
Felice Clemente, sax
Roberto Mattei, basso

ferdinando_farao

Una suite composta da brani originali e Folk Songs africane realizzata da
Ferdinando Faraò per la “Maratona del Jazz Italiano” a L’Aquila, evento a sostegno
della città tenutosi lo scorso 6 settembre.
“Africana Suite” è un caleidoscopio musicale in cui colori e ritmi costituiscono un
forte impatto emotivo e di grande forza comunicativa e narrativa. L’interazione dei
musicisti, dettata da un continuo interplay, costruisce tessuti sonori sempre in bilico
tra scrittura e improvvisazione.
Come ben sanno gli appassionati, Ferdinando Faraò è uno dei più famosi batteristi
italiani di jazz – oltre che compositore – e nel corso della sua carriera ha suonato, tra
gli altri, con Lee Konitz, Claudio Fasoli, Massimo Urbani, Tony Scott, Steve Lacy,
Enrico Rava, Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Tiziana Ghiglioni, Pietro Tonolo, Luigi
Bonafede, Maurizio Giammarco, Steve Grossman, Franco Ambrosetti, Franco
D’Andrea, Larry Schneider e Steve Swallow.
Nel 2010 ha fondato l’Artchipel Orchestra, di cui è direttore, gruppo che nel 2012 si
è aggiudicato il Top Jazz
come “Migliore Formazione Dell’ Anno”.

Changin’ Balance

Germano Zenga – New Quartet

16 Dicembre 2015

Germano Zenga, sax
Nicolà Cattaneo, pianoforte
Tito Mangialajo, contrabasso
Ferdinando Faraò, batteria

germanozenga

Con queste sue composizioni Germano Zenga immagina di accompagnarvi nel viaggio tra gli equilibri dell’esistenza umana: delicati equilibri che cambiano continuamente, nella forma e nella sostanza, costringendoci ogni volta a rimettere in discussione il rapporto con noi stessi e con gli altri, facendoci sentire vivi.Nell’alternanza tra equilibrio e disequilibrio, scopriamo una forza sovrannaturale nascosta dentro ognuno di noi, che ci permette di reagire agli eventi che cambiano, per ritrovare una nuova stabilità.

Il rapporto con gli altri, in temi come amore o amicizia, rappresenta il terreno su cui ci si confronta ogni giorno: un campo minato da incomprensioni in cui siamo chiamati a fare le nostre scelte, cercando di capire se è meglio seguire ciò che detta la mente o ascoltare il nostro cuore.

Possiamo trovare analogie anche nel Jazz. Ogni musicista si mette completamente in gioco, si rende disponibile a rischiare e ad interagire con il resto del gruppo, al completo servizio della musica. Durante l’esecuzione, i repentini cambiamenti di dinamica e di equilibrio tra i vari strumenti, fanno sorgere in ogni musicista la necessità di operare una scelta, di lanciare un’idea, oppure di raccoglierne un’altra, da sviluppare in modo estemporaneo con il gruppo.
L’elemento chiave è la comunicazione. Essa, con le sue molteplici forme, rappresenta il mezzo fondamentale per ricercare il punto d’incontro tra noi e gli altri.