ENDGAME

di Samuel Beckett

sabato 15 febbraio ore 21,00 e domenica 16 ore 16,00

Con Francesco Colombi, Marco Cuzzi, Antonia Fusano, Antonio Napoletano
Regia di Franco Ciani – aiuto regia di Clara Hauff
Luci di Giorgio Menegardo
Vincitore dei premi come miglior spettacolo, miglior attore e miglior attore giovane
al 72 Festival di Pesaro

in via Bianchi D’Espinosa angolo Graziano Imperatore 40 – Milano
Tel. 02 39311963 – 339 7156826 –info@argommteatro.it

Opera teatrale in un solo atto pubblicata nel 1957, 5 anni dopo Aspettando Godot, Endgame (Finale di partita) ne rappresenta l’estrema sintesi, ancora un non-luogo in cui i personaggi si rassegnano ad abitarlo, senza un vero inizio ed una vera fine.
Affrontare Endgame ha significato, per regista e attori, rinunciare a qualsiasi orpello, estetismo, compiacimento.
Senza possibilità di trasformazione, di manipolazione, perché Beckett ha già previsto tutto.
Tutto diventa implacabile essenza fin nella più piccola sillaba. Così come avviene in poesia.
Il senso della drammaturgia di Beckett, apparentemente criptico, pesca in quanto in uso in ognuno di noi.
Ci si ritrova facilmente a ridere e a commuoverci, per poi accorgerci che ci ridiamo e ci commuoviamo addosso.
Più che catarsi, osservazione leggera della umana solitudine:
“non c’è niente di più comico dell’infelicità”. E il tragicomico è che “non c’è più nulla da esprimere eppure va detto” (S.B.)
Un linguaggio composto da quanto utilizzato nel quotidiano e per tutta un’esistenza, in ogni comunicazione convenzionale, assente, apparente, falsamente interessata.
Una partita a scacchi tra personaggi e spettatori, anch’essi continuamente chiamati in scena.
All’interno di un cubo che può essere una stanza, un bunker, un loculo, quattro esseri, impegnati in un tragicomico epilogo delle loro esistenze, si inseguono in dialoghi come su di una scacchiera, nel tentativo di mettersi fuori da un gioco già finito da tempo.
Hamm non può alzarsi, Clov non può sedersi, i due vecchissimi genitori, Nell e Nagg, ormai dentro a bidoni della spazzatura.
Figure grottesche, spesso comiche e clownesche ci catturano in una successione sbalorditiva, immersi nell’altissima poetica Beckettiana.
Clov (sguardo fisso, voce bianca).
Finita, è finita, sta per finire, sta forse per finire. (Pausa)

Franco Ciani e Clara Hauff