IL CUNTO DI RICCARDO III

IL CUNTO DI RICCARDO III

venerdì16, sabato17 maggio ore 21,00 sabato 18 0re 16,00
Argómm Teatro
IL CUNTO DI RICCARDO III                                        dedicato a Nino Pristeri
da Shakespeare in autodrammaturgia
con Gianni Lamanna e Francesco Mazza
marionette di Antonio Colavitti
burattini e luci di Barbara Baldessari
oggetti Scenici Eugenio Zanon

cunto4bn (2)

Il Cunto di Riccardo Terzo è uno spettacolo che nasce nella Casa Circondariale di San Vittore. Al settore Penale abbiamo lavorato con Nino, un attore detenuto calabrese che faceva parte del nostro gruppo di lavoro, su Riccardo III e la guerra delle due rose. La nostra ricerca ci ha condotto a il “cunto” di un cantastorie che parla del proprio vissuto e paragona la guerra delle due rose alle faide delle “famiglie” calabresi e siciliane. La storia è stata ispirata dalla forte personalità di Nino, che si riconosceva in un  passato dello stesso travaglio del personaggio di Riccardo III. Il detenuto attore con molto coraggio accettò  di ripercorrere attraverso la mediazione del  cantastorie questo “viaggio”. La tecnica narrativa che si rifà, per ovvie ragioni, al teatro povero di grotowskiana memoria, ci conduce attraverso il giullare narratore al giullare drammatizzante e quindi al cantastorie, che si fa carico da solo di restituire la totalità drammatica con l’ausilio di burattini, marionette, una chitarra, piccoli strumenti sonori ed elementi scenici fortemente simbolici. Così l’essere affabulatore si fa anche attore rappresentativo. In questo contesto, la recitazione non può esprimersi che per ciò che è: una operazione artificiale, ovvero simbolica, che pretende credito non tanto in virtù della verosimiglianza , ma per coerenza dei segni che mette in gioco. Fra i testi che compongono il dramma, oltre naturalmente al Riccardo III di Shakespeare, ve ne sono alcuni di poeti siciliani del 500 come Antonio Veneziano e Giovanni Meli, mentre il prologo, i versi in rima del cantastorie, l’epilogo e l’esodo sono dello stesso Nino. Oggi la ripresa di questo spettacolo, vuole essere una testimonianza di un lavoro che non vada perso e che con la sua visibilità venga riconosciuta anche la profonda e sincera poesia di Nino.